Ci siamo sentiti in dovere di testimoniare ancora una volta la nostra totale vicinanza a medici e infermieri impegnati in prima linea.

Medici e infermieri in prima linea contro il Covid-19

Mentre scriviamo, il triste “bollettino di guerra” relativo al solo personale medico/sanitario contagiato ci parla di oltre 7.000 persone, su oltre 88.000 i contagiati ufficiali e oltre 10.000 vittime.

51 sono finora i medici deceduti e su questa pagina vengono riportati man mano tutti i nominativi.

“Ogni mattina, quando esco di casa, prego.
Prego che in ospedale vada tutto bene.
E prego di non ammalarmi, per continuare a fare la mia parte.”

Infermiere in atteggiamento di preghiera
Foto di Jonathan Borba da unsplash.com

Queste sono le parole pronunciate in un breve saluto via Skype da un nostro conoscente, giovane infermiere assunto da meno di un anno e già al “battesimo del fuoco” di questa epocale emergenza sanitaria.

“…le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste, né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri…”

E queste le parole di papa Francesco dal MOMENTO STRAORDINARIO DI PREGHIERA IN TEMPO DI EPIDEMIA di venerdì 27 marzo 2020.

Ed è proprio in quel “solitamente dimenticate” che sta il problema. La storia ci sta insegnando, proprio come si dovrebbe fare con scolari che si applicano poco, quanta scarsa lungimiranza ci sia stata nelle scelte degli ultimi decenni di “togliere risorse” alla Sanità pubblica.

Forse l’ultima possibilità per invertire la rotta…

Probabilmente questa è l’ultima grande occasione, per il nostro Paese, per ridare autentica dignità a quelle professioni (medici, infermieri e personale sanitario) che di fatto costituiscono la principale differenza tra civiltà e barbarie.

Un ospedale che funziona, con personale motivato e a cui attribuire le giuste gratificazioni, se ci pensiamo, diventa immediatamente il cuore vivo di una comunità di cittadini. Perché questo avvenga realmente, c’è bisogno di una volontà politica e di un’adeguata consapevolezza dell’intera collettività.

Frasi come “Ringraziamo i medici e gli infermieri, veri eroi del momento” fanno intendere che chi le pronuncia sia forse convinto che, nella quotidianità, non serva più lo stesso “eroismo”

Invece, una volta tagliati i posti letto, chiusi i reparti e bloccate le assunzioni, serve proprio farsi tanto coraggio per lavorare e garantire ogni giorno una Buona Sanità.

Se pensiamo che si sono create carenze perfino nella professione infermieristica, che fino a qualche tempo fa rappresentava l’unica possibilità di impiego nella Sanità, forse riusciamo realmente a inquadrare l’entità della situazione.

Nelle diverse Regioni sono stati bloccati concorsi per 10/15 anni…

Quando, ormai troppo tardi, ci si è accorti che in alcune regioni cominciavano proprio a scarseggiare i medici, ad esempio nei Pronto Soccorso, solo allora si è “provato a pensare” a qualche possibile incentivo contrattuale (lì dove non si è finanche optato per richiamare i medici in pensione oppure prenderli in prestito dagli ospedali militari).

Riteniamo importante ricordare questi aspetti, proprio in questi giorni, così da non restare travolti e solo inutilmente assordati da tanta retorica.

Avevamo già riportato l’intervento appassionato del viceministro Sileri, anch’egli poi risultato positivo al Covid-19 dal 14 marzo scorso.

La domanda è semplice: come può riuscire a “farci star bene” una cultura, sempre più diffusa, del precariato (persino!) nella professione medica?

Oggi facciamo bene ad applaudire medici e infermieri dai balconi, un gesto di umanità e spontaneità che eleva i nostri cuori. Ma ricordiamoci anche di quando gli stessi vengono aggrediti, perché “mentre aspettiamo il nostro turno” magari pensiamo a “chissà cosa stanno facendo invece di lavorare…”.

Ricordiamoci che solo poche settimane fa, a Napoli, qualcuno riteneva opportuno distruggere un Pronto Soccorso per sfogare la propria rabbia per un parente ferito a morte.

Oppure quando si distrugge un’ambulanza, perché, “secondo il nostro punto di vista”, è arrivata troppo in ritardo, perché troppo spesso “noi e solo noi” sappiamo come si sarebbe dovuto agire…

Chissà, fuori da un ospedale, chi sarebbe disposto a fare quello che ognuno di loro fa, per scelta, giorno dopo giorno?

Sarebbe bello continuare a sentirsi grati verso medici e infermieri anche una volta finita questa paura…

Ancor più bello poi sarebbe, una volta spenti i riflettori e calato il sipario di questa triste ribalta televisiva, ritrovare – dalle istituzioni così come di cittadini tutti – un “basilare” rispetto, nel “normale” lavoro quotidiano, per la professione medica e infermieristica, solitamente lontana dal clamore.

Non ringraziamenti, ma semplice rispetto. Questo basterebbe a far intendere finalmente che la lezione di questa triste storia sarebbe finalmente stata capita.

Qualcosa sembra muoversi anche in Europa?

Forse è giunto il momento che tutti i capi di Stato e i ministri della Sanità europei lavorino con maggiore coordinamento per contenere la diffusione della pandemia. Magari attraverso un’azione unitaria in materia di test, contenimento, distanziamento sociale, ricerca di un vaccino efficace e fondi per affrontare l’emergenza.

In parte l’Unione Europea ha finalmente deciso di procedere all’acquisto centralizzato di materiali e dispositivi necessari al contrasto dell’epidemia di Covid-19. Ma è anche vero che l’UE non può imporre ai Paesi europei una politica sanitaria comune, perché questo non rientra fra le sue competenze, così come non può imporre ai capi di stato di accordarsi sulle misure economiche necessarie per affrontare la crisi.

Eppure un’azione congiunta e simultanea sarebbe fondamentale per uscire il prima possibile da questa emergenza…

Gli Stati Europei devono coordinarsi ora contro un virus che non conosce confini, non serve chiudere le frontiere o imporre barriere commerciali. C’è forse bisogno di una strategia comune per proteggere la nostra salute e il nostro futuro.

Invitiamo chi volesse ad approfondire il discorso a questo link e in caso sottoscrivere la petizione “Contro il coronavirus l’Unione fa la forza”.

Contro il Coronavirus, l’Unione fa la forza

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