Il seguente caso, concluso nel 2021, mostra l’importanza di un’appropriata consulenza di infortunistica stradale quando un’offerta di risarcimento, ovvero l’indennizzo proposto da parte della compagnia di assicurazione, è troppo basso o comunque non è congruo.
La dinamica dell’incidente stradale
Il fatto è avvenuto nel 2018 nel territorio di una località dell’entroterra di Puglia sull’altopiano delle Murge. La nostra assistita, poco meno che trentenne, si trovava in transito a bordo di una moto condotta da altra persona. Un improvviso attraversamento di animali (nello specifico un branco di cinghiali) costringe il conducente ad arrestare di colpo il mezzo. Questo provoca il violento sbalzo della ragazza che cadendo al suolo batte anche la testa.
Il danno riportato
Dal referto di pronto soccorso si riscontra una frattura in sede occipitale destra con ematoma negli spazi molli emicranici contigui. Un focolaio conclusivo in sede frontale sinistra con falda ematica interemisferica ed extrassiale in sede occipitale destra. Segue coma che si protrae per circa 10 giorni. Una volta che la ragazza ne esce, si rileva che è stata danneggiata l’area cerebrale responsabile di olfatto e gusto. Tecnicamente si tratta quindi di ageusia e anosmia a vita.
La proposta di indennizzo da parte dell’assicurazione, considerato troppo basso
Come offerta di risarcimento la compagnia assicurativa offre un indennizzo pari a 48.000€, mettendo in parte in dubbio la dimostrabilità di questa condizione irreversibile della vittima dell’incidente. È purtroppo naturale che, nell’interesse dei periti di una compagnia assicurativa, c’è prima di tutto quello di “limitare i danni”. E questo caso particolare offriva – diciamo così – tale possibilità, dal momento che l’esame medico per misurare questa particolare condizione patologica è raro da eseguirsi e avrebbe richiesto comunque lo spostamento della ragazza in altra parte d’Italia.
La differenza fra An debeatur e Quantum…
Nelle pratiche di risarcimento danni è frequente che, una volta confermato il cosiddetto “An debeatur”, ovvero l’accertamento che un giudice compie per decidere se sia dovuta una certa prestazione, occorre invece stabilire il “Quantum”, cioè – riconosciuta l’esistenza del diritto della vittima dell’incidente – l’esatta quantificazione della prestazione stessa, dovuta dalla compagnia di assicurazione.
Come giungere al risarcimento finale, ottenendo un indennizzo più congruo
In accordo con l’assistita, invece di avviare una causa civile, con una durata stimabile tra i 3 ai 5 anni, inviamo all’assicurazione una risposta nella quale l’offerta di indennizzo non viene considerata congrua. Si opta per la richiesta davanti a un Giudice di un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP), pratica che solitamente si chiude nell’arco di 6 mesi. In questo caso, purtroppo, con l’attività dei tribunali che ha subito un forte rallentamento a causa del Covid, i tempi sono slittati. Alla fine, tuttavia, il Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) nominato in sede giudicante ha proposto un ulteriore indennizzo da 25.000€ sul quale finalmente abbiamo trovato l’accordo con la controparte.